lunedì 30 giugno 2008

Di sole e d'azzurro

Non sono pentita di un bacio o di una carezza, né delle parole dolci sussurrate, ero io, quello che sentivo, ciò che emergeva da un'interiorità volutamente ignorata e respinta prima di ieri. Però un po' stupida mi sento, per aver manifestato con imprudenza il mio tesoro di bambina, l'innocenza del mio sentimento, la capricciosità del volerti, e quel bicchiere di troppo che mi è costato tutto questo.
Non so se è amore quello che ora ho dentro. Senz'altro è trasporto, desiderio del tuo sapore, del tuo odore, di sentirti accanto, sfiorarti la mano. Non voglio rinnegare a me stessa l'impeto carico d'energia che mi spinge a pensarti e rivedere innanzi agli occhi ogni scena di una giornata stupenda, di sole e d'azzurro, di risate o teneri sguardi, di paura e di desiderio. Forse avrei voluto negarlo a te, avrei voluto essere più vigliacca e meno ubriaca.
E ora mi ritrovo ad aver ancora più desiderio, e vorrei gridarlo al mondo... o forse mi basterebbe poterlo liberamente dire a te, anche sottovoce, scrivertelo, o inviartelo come messaggio telepatico, purchè tu sapessi...
Invece continuo ad agitarmi sola, come stanotte nel letto mentre la felicità m'impediva di dormire, cercando di non far trasparire nulla a te che sento e forse sei così lontano.
E' forte la speranza non sia un calesse... Probabilmente non voglio neanche sia amore, non riuscirei a permettermelo io stessa, ma almeno onesta sincerità...

sabato 28 giugno 2008

no title

Nuove parole, onerose o leggere,
riempiono i nostri giorni,
si annidano nei pensieri
perversi dalle paure,
vuoti delle risposte
che si celano nel futuro.
Eppure è al passato che guardiamo,
senza mai stancarcene,
perchè è certezza,
perchè è intoccabile,
è un'ancora messa lì dalla mente
carica di ricordi
che niente e nessuno ci porterà via.
No, non toccare il mio passato,
ho scelto, ho vissuto,
ti ho scelto, e mi hai vissuto.
Del futuro, come diceva qualcuno,
non v'è certezza.
Lascia solo che sia,
e delle nuove parole non portare amarezza.

- frammento del 25/06/2008 -

INCIPIT

Improvvisa, incostante, instancabile, instabile, mobile, fuggevole, lunatica come un'onda, che nelle profondità del mare rilascia potenti urla che a noi arrivano come ovattate perché generosamente assorbite dalla sabbia.
Amo le immagini che avvicinano l'essere Uomo all'essere Natura, è la spontaneità che le accomuna, e non rinnegare la propria essenza significa essere come l'alba o il tramonto, predatore o preda, significa manifestarsi senza limitazioni.
Per troppo tempo ho fatto sì che le limitazioni fossero protagoniste della mia vita, ma arriva sempre il momento in cui si dice "basta".

Sii l'acqua e la sabbia del mio oceano, perché ho tanto da far straripare dalla gola e altrettanto da voler seppellire.